L’impegno prevalente delle lenti a contatto sclerali è legato al trattamento di gravi patologie oculari.

In particolare la sindrome da occhio secco,  sindrome di Stevens-Johnson, sindrome di Lyell, sindrome di Terrien, trichiasi, entropion, ptosi, degenerazioni corneali, cheratiti, grandi irregolarità della cornea e del bulbo oculare, come cheratocono, cheratoglobo, elevati vizi di refrazione come alte miopie, ipermetropie e astigmatismi,  traumi, o di sequele post-chirurgiche.

La lente sclerale espleta la sua funzione poggiando completamente sulla congiuntiva sclerale mentre il fluido lacrimale riempie la parte posteriore della lente proteggendo e lubrificando la cornea.

Esse sono una valida e avvolte unica alternativa per tali problematiche e molte volte ultimo tentativo prima di eventuali interventi chirurgici. Possiamo indubbiamente affermare che appartengono ad una fascia di lenti speciali estreme. Pur essendo nate tra il 1888 e 1889 sono ancor’oggi la più interessante e valida soluzione per tutte le problematiche oculari.

Nonostante le dimensioni che possono variare mediamente tra i 13.50 mm e i 28 mm e suscita molte volte un certo timore nel paziente, le lenti sclerali sono molto confortevoli e non vanno soggetto a fuori uscite (non cadono dall’occhio) o a spostarsi nell’occhio durante il loro uso.

Nel video in basso una nostra una lente sclerale applicata su un cheratocono al 3° stadio

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