E’ bene chiedersi se è possibile lavare le lenti a contatto rigide-rigide gas permeabili con acqua della fontana.

Premettendo che su internet si possono trovare articoli basati su studi differenti tra loro, semmai statisticamente più o meno validi a seconda del numero di casi analizzati o ancora pubblicati su giornali più o meno noti il cui valore non giudichiamo noi ma bensì degli indici che valutano la diffusione nella comunità scientifica di tali giornali, vorremmo chiarire alcuni punti sull’utilizzo o meno dell’acqua potabile nella manutenzione delle lenti a contatto rigide.

Il pomo della discordia è l’Acanthamoeba un protozoo presente nella polvere e nell’acqua.

Questo protozoo è alla base della cheratite da Acanthamoeba (AK in inglese). In letteratura si trovano moltissimi singoli casi di AK in particolar modo nei paesi anglosassoni, ma qual è la reale incidenza e il fattore di rischio di AK?

Innanzitutto vorremmo partire dall’articolo di Seal et al. Differential adherence of Acanthamoeba to contact lenses: effects of material characteristics. Optom Vis Sci 72(1), 1995, 23-28. In questo articolo è stato analizzato il livello di aderenza sia del protozoo vivo che delle cisti su lenti sia morbide che rigide. Il protocollo di analisi prevede l’immersione delle lenti in soluzioni contenenti Acanthamoeba per un’ora e mezza e poi risciacquate con soluzione salina.

Effetto sulle lenti morbide
Gli autori hanno notato che TUTTE le lenti morbide sono state contaminate dal protozoo a causa della natura ionica e alla presenza di acqua all’interno del materiale stesso.

Effetti sulle lenti rigide
Su NESSUNA lente rigida è stata trovata la presenza del protozoo.

Da notare però che alcuni casi di AK sono stati riscontrati anche in utilizzatori di lenti rigide la cui presenza però è da ricercarsi in altri fattori.

A tal fine proponiamo la lettura di Verani et al. National Outbreak of Acanthamoeba Keratitis Associated with Use of a Contact Lens Solution, United States. Emerg Infect Dis 15 (8), 2009, 1236-1242, articolo redatto dall’Acanthamoeba Keratitis Investigation Team americano.

Vengono individuati 105 casi di AK in USA tra marzo e luglio 2007 tra cui 82 portatori di lenti morbide, 10 portatori di lenti rigide, 1 portatore di lenti ibride, 12 non portatori.

Come tutti i dati statistici questi possono essere interpretati in tutte le maniere possibili ancor più se la loro mole è notevole e si cerca di analizzare l’incidenza di una infezione le cui cause sono multifattoriali, ci rimettiamo quindi agli autori di cui traduciamo una parte delle conclusioni.

Anche lo sfregamento e il risciacquo delle lenti durante la disinfezione (dimostrato in studi di laboratorio), diminuisce la contaminazione di Acanthamoeba sulle lenti, questa pratica non è completamente protettiva.
Anche una bassa igiene delle lenti a contatto è ampiamente riconosciuta come un fattore di rischio per AK, studi infatti dimostrano che anche il solo rabbocco di una vecchia soluzione sia un importante fattore di rischio. Noi ipotizziamo che l’associazione tra AK e lenti a contatto per utilizzatori con meno di 5 anni possa riflettere una scarsa igiene soprattutto nei nuovi utilizzatori.
Ad ogni modo la scarsa igiene non è così diffusa come fattore di rischio, ma lo è probabilmente tra i nuovi utilizzatori.

Abbiamo anche rilevato una vasta gamma di comportamenti che possono provocare l’esposizione di lenti a contatto con l’acqua ad esempio:

  • fare la doccia con lenti a contatto
  • lenti o contenitori risciacquati con acqua del rubinetto

Sebbene tali pratiche sono generalmente considerate importanti fattori di rischio per AK, un’altro studio separato dal nostro ha scoperto che l’esposizione acqua non è un fattore di rischio.

Ci sembra quindi doveroso concludere che la presenza di Acanthamoeba nelle acque non sia l’unico ed esclusivo fattore di insorgenza di AK. Il mancato rispetto delle norme igieniche di base (come lavarsi le mani prima di applicare le lenti a contatto), una manutenzione non corretta o addirittura mancante (strofinare energicamente le lenti a contatto prima di applicarle nell’occhio e anche quando le si toglie dall’occhio) e una serie di pratiche scorrette sono il principale fattore di rischio nell’insorgenza di cheratite e addirittura pongono il risciacquo delle lenti rigide con acqua un fattore non collegabile all’insorgenza di AK.

Concludiamo come abbiamo iniziato, in internet si possono trovare qualsivoglia numero di articoli a favore o contro l’utilizzo di acqua potabile. Riportiamo quindi alcuni stralci del foglietto illustrativo della soluzione detergente per lenti a contatto rigide:

  • Prima di maneggiare le lenti, lavarsi accuratamente le mani;
  • Rimuovere il detergente risciacquando accuratamente la lente come indicato dal vostro professionista;
  • Pulire sempre con cura il portalenti con acqua calda, e lasciarlo asciugare all’aria;
  • Se il detergente viene instillato negli occhi, rimuovere la lente (se in uso) e risciacquare immediatamente l’occhio con acqua corrente;

Noi consigliamo quindi l’utilizzo di acqua potabile nella manutenzione delle lenti a contatto rigide.

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